Purtroppo non è un arco

L'archetto del violino, anche se chiamato così, ha una forma dritta, allungata. E' una retta. Nell'antichità era sicuramente più curvo, ma la posizione dei crini è sempre stata dritta. Ovviamente.
Fermiamoci e riflettiamo su questa considerazione: i movimenti che dobbiamo compiere per tirare un'arcata dritta, e che coinvolgono tutte le articolazioni, i muscoli e i tendini del braccio, vanno a formare una linea retta. La difficoltà nel condurre una arcata in modo corretto è proprio questa.
Se noi prendiamo un arco in mano il primo movimento che ci viene naturale è appunto un movimento circolare, che porta la punta dietro la nostra spalla sinistra (quando suoniamo al tallone), e il tallone dietro le nostre costole, a destra e in basso, quando andiamo verso la punta. Insomma, il movimento naturale è un arco ... anche se non è quello giusto, purtroppo!
Il movimento corretto dell'arco è complesso e deve essere curato nei minimi particolari: bisogna alzare il braccio e il polso e piegare le dita al tallone, avere una posizione corretta alla metà e allungare bene alla punta, senza portare indietro il gomito. I movimenti sono tanti e vanno imparati tutti insieme per riuscire ad avere un suono morbido e appoggiato, quindi anche un arco dritto.
Queste poche righe che scrivo vorrei che servissero a riflettere sul movimento complessivo dell'arcata e su quanto questo sia diverso da quello spontaneo.
Se prendiamo un arco in mano ci viene voglia di compiere un movimento tondo concavo, come se la nostra spalla fosse il fulcro del cerchio. Per tirare l'arco dritto, invece, dobbiamo andare contro natura e pensare l'esatto contrario, ossia a un arco convesso, cioè come se il centro del cerchio fosse all'esterno, di fronte a voi (il riccio del violino, tanto per fare un esempio).
Quando siamo al tallone dobbiamo portare il braccio verso l'alto, insieme a polso e con l'aiuto delle dita, quindi verso di noi. Quando invece andiamo verso la punta dobbiamo allungare tutto verso i nostri piedi, di fronte a noi.
Immaginiamo quindi questa porzione di cerchio e percorriamola con la nostra mano e con il braccio destro. Immaginiamo di toccarci il naso con il polso e poi allungare il braccio in avanti, come per fermare qualcosa.
L'arco va controllato sempre: nei movimenti che compie, (braccio, polso, dita), va tenuto sotto controllo nel punto di contatto con le corde, ossia sotto ai nostri occhi, e può essere osservato anche guardandoci di profilo ad un specchio. Quando studiamo le corde vuote o le scale dobbiamo sempre porre una grande attenzione alla correttezza dell'arcata.
A volte, però, l'eccessivo controllo porta a una perdita di spontaneità. Non dimentichiamo mai di pensare anche al movimento che compiamo, che invece è sempre morbido e liberatorio.
Ricordiamoci che il nostro braccio si deve adattare utilizzando tutte le articolazioni per muoversi lungo una retta... immaginando una curva che è il contrario di quella che ci viene spontaneamente.