Il ritmo dell'arco

 Come ho scritto già moltissime volte, le corde vuote sono la base della nostra tecnica.
Studiamo le corde vuote per per la corposità, per la tenuta del suono e per tutto quello che riguarda la cantabilità del nostro strumento. Lo studio delle corde vuote è molto utile anche per affrontare i passaggi veloci, per imparare bene a coordinare i cambi di corda.
Un aspetto a mio avviso sottovalutato è lo studio delle corde vuote per capire il ritmo dell'arco,  ossia lo lo spazio fisico che occupa ogni valore nel nostro arco.
Immaginiamo di battere il tempo con una matita:  iniziamo con delle semiminime, che avranno un movimento ampio e un battito forte, passiamo alle crome, che saranno più leggere e con un movimento più piccolo, e concludiamo con delle semicrome, leggerissime e dal movimento quasi impercettibile.
Ora passiamo al nostro arco, e proviamo a sincronizzare il nostro braccio destro con le durate delle note, come quando battevamo il tempo con la matita. Lasciamo da parte il controllo dello strumento, affidiamoci solo al movimento del nostro braccio (su e giù) come se ci fosse solo quello: ampio, poi più piccolo, poi piccolissimo, immaginando delle sequenze di valori diversi.
Possiamo partire dalle seminime, per poi passare alle crome e alle semicrome, osservando il nostro braccio, come se fossimo spettatori di noi stessi. Il ritmo deve guidare la quantità di arco da usare: così come non ci verrebbe mai in mente di battere il ritmo con un movimento ampio per delle semicrome - e viceversa per le semiminime - l'arco dovrà avere la stessa funzione.
Il nostro braccio deve essere il ritmo fisico e visivo di quello che decidiamo di eseguire.
Passiamo poi a mescolare i valori: due semininime e due crome, oppure la sequenza usata dal Metodo Suzuki ("Patatine fritte"), ossia quattro semicrome più due crome staccate.
Il ritmo fisico dell'arco è molto utile soprattutto per lo studio del repertorio barocco (ovviamente se dobbiamo suonare un brano cantabile romantico studieremo le corde vuote lente e altro).
Prendete quindi un brano e osservatelo: eseguite tutte le note che durano un quarto, decidendo quanto arco impiegare; passate poi ai valori più piccoli e più piccoli ancora. Osservate la parte, individuate i passaggi con le durate che volete studiare e cercate di avere l'esatta misura dell'arco per ogni passaggio. Poi lo studierete da capo a fondo.
Il brano avrà il giusto ritmo, che deve essere irresistibile per voi e per chi vi ascolta.