Note ripiene

La premessa di questo post è che il ritmo ha una importanza fondamentale, sia per la pulsazione, sia per la coordinazione tra arco e mano sinistra.
Il ritmo, l'ho scritto più volte, fa parte della nostra vita, dal respiro al battito cardiaco, dai passi a molte delle azioni quotidiane, senza parlare poi dell'alternarsi di giorno-notte, mesi, stagioni, anni...
Per questo motivo, quando suoniamo, il ritmo deve essere sempre in primo piano: anche quando ci occupiamo esclusivamente del suono, eseguendo note lunghe, queste dovranno essere tutte uguali, quindi avere la stessa durata. Eseguire una nota più lunga e l'altra più corta non sarebbe utile per la distribuzione dell'arco.
Quindi, pensiamo sempre al ritmo... Come?
Intanto è importante tenere presente la pulsazione ritmica di ciò che si suona. Spesso ho sentito musicisti accorciare note, o pause, perché ritenute di poca importanza. Suoniamo sempre tutto a tempo, pause e note lunghe (noiose, sì) comprese.
Poi cerchiamo di non accorciare le note lunghe inconsapevolmente; a volte delle sequenze di note veloci e note lunghe portano ad accorciare queste ultime.
Arrivo, quindi, al titolo del post!
Se abbiamo una sequenza di note veloci seguite da note lunghe, "farciamo" le note lunghe con quelle corte. La nota lunga è difficile da contare più di quella corta, perché ci si perde: allora suddividiamola, sempre.
Un esempio: se a una serie di quattro semicrome segue una minima, immaginiamo all'interno di questa le quattro semicrome. Questo vale per l'esecuzione per qualsiasi sequenza di questo tipo, in caso di brani o studi...
Ma possiamo fare lo stesso durante le famigerate note lunghe (scale o corde vuote): invece di contare uno-que-tre-quattro, proviamo a infilare quattro note veloci sull'ultimo quarto - che di solito si accorcia. Oppure proviamo a inventarci dei ritmi diversi, come se ci accompagnasse una batteria, sotto alle scale lente, in modo tale da rendere più divertente l'esercizio. Non so: minima-minima-seminimmasemiminima-quattrocrome.
Il rispetto del ritmo, come fosse un respiro calmo (anche nella fretta di tante note), ci permette di essere consapevoli dell'arco fino all'ultimo momento, e di dare il tempo alla sinistra di posizionarsi sulla tastiera (con l'anticipo che serve), senza arrivare prima e sporcare i passaggi.