Lo studio di uno strumento porta spesso a un approccio meccanico.
Che significa? Se io ripeto tutti i giorni una serie di esercizi tecnici rischio di eseguirli senza pensare, senza la corretta attenzione.
E' importante quindi porsi un obiettivo ben preciso ogni volta che si esegue un esercizio. Se si studia meccanicamente e senza obiettivi è meglio uscire e fare una passeggiata.
L'obiettivo da raggiungere dovrà essere cercato tutti i giorni, con volontà e passione.
Se sto studiando le corde vuote il mio pensiero costante sarà quello di ottenere il suono più bello possibile, e starò attenta alla postura, alla morbidezza del braccio, alla tenuta dell'arco, al peso e alla qualità del suono prodotto, che deve avere più armonici possibile. Diciamo quindi che già su una corda vuota abbiamo molto materiale a disposizione!
Posso poi occuparmi dell'intonazione, della caduta delle dita, dei cambi di posizione, della velocità e così via.
Chiediamoci se il ritmo funziona - spesso il ritmo si trasforma per colpa di arcate delle quali abbiamo poca padronanza (una arcata eseguita con troppo accento sposta il battere in levare); facciamo sempre attenzione a questo.
Infine l’interpretazione: di sicuro nella nostra testa siamo in grado di immaginare il brano che stiamo suonando. Se ci pensiamo o lo canticchiamo ci verrà davvero come lo immaginiamo, come lo vogliamo. Cerchiamo quindi di renderlo com'è nella nostra testa, e non come le braccia ci portano a suonarlo. Magari sarà una interpretazione discutibile, ma di sicuro interessante e piena di musica.
Mi piace pensare al raggiungimento di un obiettivo come una camminata in montagna: si inizia lentamente, guardando la cima (chiedendosi se mai si raggiungerà)... Poi si comincia a camminare, con calma. Ad un certo punto, verso la fine, la fatica è tanta, le gambe non ce la fanno più e il fiato sembra finire; spesso si pensa di mollare e di tornare indietro. Una volta arrivati in cima, però, sparisce tutto alla vista della meraviglia che si ha di fronte, allo spettacolo delle cime dei monti, e all'idea di aver domato la fatica e superato la difficoltà.
ps: la montagna è il Cervino (la mia montagna preferita)
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Marc Chagall Il violinista verde 1923 Olio su tela 78X42cm Solomon R.Guggenheim Museum - New York