La lettura a prima vista


Quando avevo circa 12 anni mio padre mi chiese di suonare insieme a lui, e a mio fratello al violoncello, i concerti per flauto di Antonio Vivaldi. Lui eseguiva la parte del solista, io e mio fratello una micro orchestra
Dopo qualche battuta ricordo di aver suonato delle semiminime al posto delle crome, andando totalmente fuori tempo. Al mio errore mio padre si ferma e mi dice, con tono serio e fermo “senti Susanna, suona crome, semiminime, sbaglia quello che vuoi, salta le note, suonane anche una sola…. Ma al momento giusto!”.
Da quel momento ho imparato a suonare a prima vista, quasi qualsiasi brano musicale.
Per farlo non mi limito a battere il piede (in modo quasi impercettibile per chi osserva) ma lo muovo come fosse il gesto di un direttore d’orchestra, come quando si solfeggia. So sempre esattamente quindi dove è il battere, il levare e la quantità di movimenti del brano (due, tre, quattro….). In questo modo, anche se mi capita di sbagliare le note, di eseguire delle crome al posto delle semiminime o altro ancora, cado sempre in piedi, ossia sul battere succcessivo.

Ma come imparare a leggere a prima vista? Innanzitutto la prima vista va studiata, come studiamo tutto il resto, corde vuote, note lunghe, scale, studi, pezzi…. O comunque praticata frequentemente.
Prendete un brano semplice e cercate rapidamente di capire come “suona” il ritmo; deve diventare una danza: se è un tre quarti immaginate un valzer “Un, due, tre!” Il ritmo va interiorizzato, anche a scapito delle note. Dovete sdoppiarvi: una parte di voi esegue le note, l’altra tiene il tempo, con il piede, con un gesto immaginario, o come volete voi. L’importante è non troncare il ritmo né eseguire un quarto in più o in meno. Non bisogna assolutamente fermarsi, qualsiasi cosa accada! Pasticciate le note, fate delle pause al posto dei passaggi difficili. Ma non vi fermate e non smettete di seguire il ritmo.
Suonare a prima vista deve assomigliare all’ascolto di un brano musicale: se un esecutore sbaglia la nota possiamo anche non farci caso; ma se ne salta una, o ne esegue una in più, avremmo l’impressione di un disco che salta!
Ogni giorno una lettura diversa. L’importante è imparare a non fermarsi e a cadere sempre in piedi, sul ritmo giusto.