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"Il violino di Schellenbach" recensione
La recensione del romanzo di Carlo Delfrati, pubblicata sulla rivista Musica+.
La lettura a prima vista
Quando avevo circa 12 anni mio padre mi chiese di suonare
insieme a lui, e a mio fratello al violoncello, i concerti per flauto di
Antonio Vivaldi. Lui eseguiva la parte del solista, io e mio fratello una micro
orchestra
Dopo qualche battuta ricordo di aver suonato delle
semiminime al posto delle crome, andando totalmente fuori tempo. Al mio errore
mio padre si ferma e mi dice, con tono serio e fermo “senti Susanna, suona
crome, semiminime, sbaglia quello che vuoi, salta le note, suonane anche una
sola…. Ma al momento giusto!”.
Da quel momento ho imparato a suonare a prima vista, quasi
qualsiasi brano musicale.
Per farlo non mi limito a battere il piede (in modo quasi
impercettibile per chi osserva) ma lo muovo come fosse il gesto di un direttore
d’orchestra, come quando si solfeggia. So sempre esattamente quindi dove è il battere, il
levare e la quantità di movimenti del brano (due, tre, quattro….). In questo
modo, anche se mi capita di sbagliare le note, di eseguire delle crome al posto
delle semiminime o altro ancora, cado sempre in piedi, ossia sul battere
succcessivo.
Ma come imparare a leggere a prima vista? Innanzitutto la
prima vista va studiata, come studiamo tutto il resto, corde vuote, note lunghe, scale,
studi, pezzi…. O comunque praticata frequentemente.
Prendete un brano semplice e cercate rapidamente di capire
come “suona” il ritmo; deve diventare una danza: se è un tre quarti immaginate un valzer “Un, due, tre!” Il ritmo va interiorizzato,
anche a scapito delle note. Dovete sdoppiarvi: una parte di voi esegue le note,
l’altra tiene il tempo, con il piede, con un gesto immaginario, o come volete voi.
L’importante è non troncare il ritmo né eseguire un quarto in più o in meno. Non bisogna
assolutamente fermarsi, qualsiasi cosa accada! Pasticciate le note, fate delle
pause al posto dei passaggi difficili. Ma non vi fermate e non smettete di
seguire il ritmo.
Suonare a prima vista deve assomigliare all’ascolto di un
brano musicale: se un esecutore sbaglia la nota possiamo anche non farci caso;
ma se ne salta una, o ne esegue una in più, avremmo l’impressione di un disco
che salta!
Ogni giorno una lettura diversa. L’importante è imparare a
non fermarsi e a cadere sempre in piedi, sul ritmo giusto.
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