Se ci pensiamo bene dovrebbe avere davvero paura chi guida un aereo o un chirurgo che opera al cuore.... ma anche chi guida una macchina (invece quando si guida spesso e volentieri non si pensa mai ai rischi reali che si corrono).
Suonare significa dare qualcosa agli altri, a chi ci ascolta: e questo, probabilmente, spaventa di più di un incidente in macchina! Il nostro io, le nostre emozioni, l'apertura del cuore sono forse più "pericolose" di tante azioni quotidiane? Forse sì.... forse decidere di aprire se stessi alle emozioni e ai sentimenti ci fa sentire scoperti, senza protezione, "senza pelle" (come il titolo di un film di tanti anni fa). Ci vuole coraggio, ma anche il cuore di un bambino - che è molto più semplice e privo di barriere.
Ci proteggiamo tutta la vita perché abbiamo paura di soffrire, di perdere qualcosa... e suonare forse è lo stesso: potremmo sbagliare....? Ma allora cosa succede? Niente. Non succede nulla al grande solista (che sbaglia poco e comunque non si sente quando accade) e succede ancora meno ai comuni mortali come me.
Vale comunque la pena suonare, avere paura, esserne attraversati e superarla. E provare, giorno dopo giorno, a dare qualcosa di noi stessi a chi ci ascolta.
Cerchiamo delle occasioni per esibirci, invece di sfuggire a queste: amici, parenti, veri e propri concerti casalinghi organizzati per fare musica insieme. E proviamo a lavorare sul nostro rapporto con noi stessi; osserviamo la paura, senza giudicarci. Osserviamo noi stessi e, lentamente, passiamo ad osservare gli altri e il passaggio della musica da noi a chi ci ascolta.
E ricordiamoci sempre che la musica è una delle emozioni più belle che la vita ci regala.