Non parlar di corde.... ultima parte


Ecco l'ultima parte dell'articolo. Ringrazio ancora Andrea Scaramella per il prezioso contributo!



La D’Addario in seguito cominciò a sfornare novità interessanti: le Helicore per esempio sono le uniche corde con l’anima in multifilamento metallico che abbiano un suono paragonabile a quelle con anima sintetica. Tuttora restano tra le mie preferite assieme alle Evah Pirazzi sulla viola, ma non posso dire altrettanto sul violino per il loro suono un po’ troppo monotono come colore, la loro elevata tensione tale da “schiacciare” lo strumento riempiendolo di wolf tone, la scarsa durata dovuta in qualche caso la fragilità sia dell’anima che del filamento che la avvolge. Un vero peccato perché tutte le altre caratteristiche sono di rilievo (potenza, prontezza e varietà dinamica).





Un capitolo a parte erano le Zyex prima versione, costruite con l’anima in un nuovo materiale composito denominato appunto Zyex. Estremamente sonore sotto le orecchie (e piuttosto faticose per l’arco!), ma dal suono piuttosto “vuoto”di armonici, avevano una stabilità nell’accordatura incredibile: dopo qualche giorno di assestamento non si aveva più bisogno di accordare per un mese intero! Peccato che la loro elevatissima tensione ed elevata rigidità ne comprometteva il rendimento e la gamma dinamica (ed anche la mia mano sinistra!). In ogni caso assai più durature delle precedenti Helicore. Di recente sono state prodotte in una nuova versione, con minor tensione della precedente (meno male!) e mi sono ripromesso di provarle in futuro sia sul violino che sulla viola.
Successivamente ebbi modo di testare due nuovi (e ultrapubblicizzati) prodotti della Pirastro: le nuove Passione e Passione Solo, reclamizzate come le corde in budello più stabili in assoluto nell’accordatura, ma in realtà solo un po’ più stabili. Se le prime davano una discreta soddisfazione (suono che “corre”, buona qualità degli avvolgimenti e durata 4 mesi buoni, buona reattività e grande quantità di armonici sia pur con un rendimento generale un pò inferiore alle Oliv) ma ad un prezzo elevato, le seconde erano abbastanza “terribili” e ancor più care. Questa versione Solo era in realtà la versione rigida delle Passione normali, ne più ne meno di ciò che accadeva con le Eudoxa o le Oliv con la versione Stiff. Tale rigidità, diversamente dalle Eudoxa o dalle Oliv, comprometteva drasticamente la prontezza di emissione allo scopo di avere un po’ più di volume sonoro. Il risultato era più o meno simile a quello delle Kaplan Golden Spiral Solo, con la differenza che le Passione Solo costavano più del doppio: ne valeva la pena? Ritenni proprio di no. Tale differenza di rendimento dalle vecchie Oliv era dovuto alla nuova anima in budello di vacca, vista ormai l’impossibilità generalizzata di reperire budello di agnello sul mercato. Il budello di vacca è più scuro di tinta, tendenzialmente più fibroso e meno elastico del budello di agnello, e ciò sicuramente influisce sul rendimento finale delle corde. In sintesi più stabili di accordatura rispetto la vecchia generazione di corde in budello, ma non più allo stesso livello in termini di rendimento sonoro.
Dopo esser tornato alle solite combinazioni Dominant-Jargar e Dominant-Westminster, per me molto soddisfacenti, ho recentissimamente testato due nuovissimi prodotti: le Peter Infeld della Thomastik (dette comunemente PI Greco), e le Dogal Capriccio dell’ omonimo produttore di corde veneziano.
Le prime si sono rivelate incredibili per alcune loro caratteristiche: posso affermare con certezza di non aver mai provato corde più pronte e reattive di queste! I passi veloci diventano una sciocchezza e l’articolazione della mano sinistra non è più un problema. Hanno una definizione del suono notevole, e sono veramente un significativo passo in avanti rispetto le precedenti Vision, anche se forse hanno leggermente meno armonici delle Dominant. Nulla si sa sulla loro costruzione e sui materiali, ma vengono pubblicizzate come la prima serie di corde di una nuova generazione: personalmente non credo che l’anima sia in fibra di carbonio come le Vision e le varie Evah, Obligato etc. Inoltre si distinguono per il Mi placcato in platino pubblicizzato come l’ultimo urlo a livello tecnologico, e che effettivamente ha un suono molto ricco di armonici, anche se non molto potente e tendente ogni tanto a fischiare. Sotto le dita risultano morbide, elastiche e abbastanza levigate, senza sembrare troppo tese come le Titanium Solo pur avendone pressappoco la stessa tensione. Per contro, al pari delle Evah Pirazzi, hanno un costo molto elevato (il Mi in platino costa un botto!), ma si salvano per una durata di circa tre mesi o quattro mesi di uso intensivo, dopodiché il loro rendimento ha una caduta letteralmente verticale come le Vision e le Evah.
Le seconde pure sono state una piacevolissima sorpresa: commercializzate in 2 versioni, Orchestra e Solist, hanno l’anima in Syntethic Gut, una fibra utilizzata per la produzione di corde nautiche, e si sono rivelate, sia pur con qualche difetto di gioventù riguardate il bilanciamento complessivo della muta prontamente segnalato al gentilissimo produttore, estremamente robuste e durature. Assai elastiche, nonostante esse siano piuttosto rigide prima di essere montate, hanno una potenza ed una gamma dinamica incredibili, un suono piuttosto scuro ricco di armonici e dalla grande proiezione, una ottima definizione di suono e articolazione nei passi veloci: con queste corde gli armonici non falliscono mai! Di durata abbastanza elevata come le precedenti PI, sono sicuramente le corde più potenti che abbia provato fino ad adesso: ho per il momento provato la versione Orchestra, la versione Solist dovrebbe essere ancora più sonora. Inoltre sono le corde più lisce e levigate in circolazione, il che le rende assai poco sensibili al sudore permettendo così cambi di posizione fulminei! Trovo che abbiano un tipo di utilizzo piuttosto “estremo”, visto che tendono ad essere leggermente aspre come timbro e quindi orientate (nonostante la versione si chiami Orchestra) ad un uso prettamente solistico, ma ciò non mi dispiace affatto. Come unico neo forse non sono adatte a tutti gli strumenti, specie a quelli che non tollerano tensioni elevate.
A tal proposito, alcuni liutai ritengono che l’uso intensivo di queste nuove corde dalla elevata tensione e dal grande volume sonoro porti ad usurare precocemente gli strumenti stressandone la catena. Per questa ragione ho personalmente preferito abbassare il ponticello del mio violino di circa un mm allo scopo di permettere il l’uso di queste corde più tese e sonore. Ciò si è rivelato determinante nell’ottimo rendimento sia delle Dogal Capriccio sia delle PI.
Ultimamente mi sto quindi rivolgendo all’uso di tre tipi di corde: alle intramontabili Dominant, che trovo estremamente “cantabili” se accostate al giusto Mi, alle nuove Thomastik PI (senza il Mi in platino!) per la loro estrema facilità di emissione, chiarezza in ogni situazione e degne sostitute delle precedenti, ed alle Dogal Capriccio, votate in tutto e per tutto al repertorio virtuosistico.
Non ho per ora voluto testare ne le Larsen Tzigane (anima in carbonio) ne le nuovissime e costosissime Evah Pirazzi Gold: le prime, in base ad un filmato di un test di varie corde su di uno stesso violino visionabile su youtube, sembrano nasali e dal suono piuttosto piccolo; le altre, ascoltate su un altro video di presentazione, non mi hanno allo stesso modo entusiasmato, risultando timbricamente piuttosto vuote all’ascolto. Entrambe sembrano durare poco (circa un mese) secondo i vari thread posti sul solito blog violinistico americano. L’indice di qualità delle corde, ancora una volta, ritengo sia dato dai solisti: le corde più usate restano le Evah Pirazzi, che garantiscono 2 mesi di rendimento, le Dominant (dai 2 ai 3 mesi) e ora le PI, che hanno una durata superiore delle due precedenti, alle quali molti sono passati recentemente (Kavakos, Sarah Chang, il grande violinista recentemente scomparso Ruggiero Ricci.)
Non credo che a questo punto le successive evoluzioni siano finite.
In base alle notizie dei soliti ben informati, alcuni solisti si fanno costruire dalla Pirastro o dalla Thomastik corde su misura per le loro esigenze. Vengerov monta una versione speciale delle Evah Pirazzi costruite apposta per lui, Sarah Chang sembra stia usando un Sol ed un Re versione evoluta delle Thomastik PI, che pare siano il prototipo di una futuro prodotto che la Thomastik intende immettere sul mercato.
In conclusione l'attuale disponibilità di corde sul mercato era praticamente impensabile fino a qualche anno fa, limitata alle Dominant, Oliv, Eudoxa e alle rarissime Kaplan e Corelli: oggidì si trovano corde di tutte le qualità e di tutti i prezzi, adatte alle più disparate esigenze.
E la tecnologia odierna ci ha portato più vicini a raggiungere le caratteristiche della corda ideale: lunga durata, profondità e definizione di suono, grande ricchezza di armonici, grande gamma dinamica, varietà di colore sonoro e reattività nei passaggi veloci, facilità di emissione in qualsiasi condizione.


Fine