La scrittura musicale, in particolare la riduzione del pensiero musicale in battute, rende spesso eccessivamente schematico il fluire della musica. Le battute riescono a dare bene il senso del ritmo, lo scorrere della pulsazione e quello che di solito noi seguiamo con il battito del piede o muovendoci, ma limitano il discorso musicale.
Ovviamente il ritmo è fondamentale; quindi, se affrontiamo lo studio di un brano inizieremo proprio dalle note e dal ritmo, che sono la base della musica. Con il tempo si riesce a suonare, per fortuna, già pensando al fraseggio e alla dinamica.
Una volta sistemata la base possiamo passare al fraseggio e una visione differente della battuta, che ci porta a pensare al brano come un insieme di frasi, di parole, di articolazioni. Il senso di quello che suoniamo, quindi, non è rinchiuso all'interno delle battute e non deve assolutamente essere pensato come un susseguirsi di caselle che durano un tot (tre, quattro, se quarti). Cerchiamo di capire come e quando accade.
Un esempio al quale mi piace sempre fare riferimento è la Follia di Corelli. La battuta del tema è in tre quarti, ma l'ultimo quarto (o ottavo) va sempre pensato come un levare verso la battuta successiva
Se noi eseguiamo questo bellissimo tema pensando una battuta dietro l'altra diventa solo una specie di noioso solfeggio.
Proviamo invece a pensare alla prima nota come un appoggio, la seconda come un rimbalzo e la terza come il levare della battuta successiva. Lo stesso per le battute che seguono: le due semicrome della terza battute sono un levare verso la quarta battuta. Non ho segnato le ultime battute del tema perché c'è un cambio di ritmo che crea confusione.
Il levare, quindi, fa parte della battuta seguente, e così va pensato. Questo, tra l'altro, lo rende più snello, più veloce, e non pesante come spesso avviene. Immagino che, letto in un blog e visto come ho segnato nell'immagine non sia affatto facile da capire. Anzi, diciamo che il rischio è quello di spezzettare ancora di più il fraseggio. Provate intanto ad ascoltare il brano e a sentire i respiri, guardando la parte, cercando di capire con calma il movimento delle note in levare.
Potete provare anche con delle successioni di note lunghe-note corte (semiminima con il punto seguita da croma); pensate alla croma come parte della semiminima successiva: tutto sembrerà scorrere meglio.
Penso sempre, a proposito, agli annunci che ci sono in metropolitana: impiegando le parole separatamente non si hanno quelle indispensabili legature tra parole che rendono viva la lingua. Immaginate alcune parole "dovevài?" "comestài?" L'accento si trova tra le due parole, per cui la prima diventa il levare della successiva (anche se entrambe le parole hanno il loro accento.
Studiate sempre un brano a tempo e con le note giuste. Poi provate a capire dove ci sono delle note in levare che vanno pensate come se facessero parte della battuta successiva. Provate anche a scrivere delle parole sotto alle note, così potete capire la direzione delle frasi.
La scoperta sconvolgente, poi, sarà che quasi tutta la musica è un levare che si muove verso il battere.... Forse per la sua caratteristica di essere puro movimento e mai statica.
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