anzi... illegato
Per lo stesso principio per il quale, inconsapevolmente, leghiamo le parole tra loro pur continuando a pensare che siano parole distinte.
Il legato nel violino va considerato in un duplice aspetto: quello all'interno dell'arcata e quello, importantissimo, tra una arcata e l'altra.
All'interno dell'arcata, per legare due o più note tra loro, è importante mantenere una condotta dell'arco fluida, costante e regolare, a prescindere da quello che fa la mano sinistra. Il mio consiglio è sempre quello di provare l'arcata su una corda vuota, per capire bene come deve essere tirato l'arco: cerchiamo di avere sempre presente quanto ne va tirato e a quale velocità. Se, per esempio, l'arcata dura quattro quarti, eseguiamola più volte facendo attenzione a tirare tutto l'arco (se è richiesto) e a tirarlo in modo omogeneo - evitando, per esempio, di sprecare tutto l'arco alla metà inferiore. Poi possiamo continuare a suonare la corda vuota mettendo le dita sulla corda accanto, cercando di mantenere omogenea la condotta dell'arco. Infine aggiungiamo le dita della mano sinistra. L'arco non dovrebbe rilevare nessuna alterazione.
Risolta l'indipendenza tra condotta dell'arco e lavoro della sinistra, passiamo al legato tra una arcata e l'altra.
Il violino ha una voce meravigliosa ma, al contrario di uno strumento a fiato o di un cantante, può legare tra loro un numero limitato di note. Spesso, quindi, per eseguire una frase legata, siamo costretti a usare due o più arcate.
Come sempre, studiamo per prima cosa una serie di corde vuote e cerchiamo di non far sentire il cambio di corda (al tallone sarà sicuramente più difficile). Quando le corde vuote sono a posto proviamo la frase che stiamo studiando, arcata dopo arcata. Ci dobbiamo concentrare su quello spazio infinitamente piccolo che si trova tra l'ultima nota della prima arcata e la prima nota dell'arcata successiva. Oltre allo studio del movimento che utilizziamo per il cambio di corda è importante concentrarsi su quel punto, capire che è importante e che non è solo un insignificante passaggio tra due note ma l'essenza del legato. Tra le due note non c'è un vuoto ma un momento pieno di energia e di tensione, un momento magico che rende la frase musicale davvero cantabile.
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