Quando si osserva un musicista che suona si assiste sempre ad una naturalezza frutto di un duro e lungo lavoro. I movimenti sono fluidi, morbidi, in armonia con quello che si ascolta.
Chiediamoci, però, da dove partono i movimenti che compiamo, perché spesso si creano degli equivoci su quello che si vede e quello che si fa.
Pensiamo a quando prendiamo una bottiglia per bere: la mano la sorregge e tutto il nostro braccio partecipa al movimento, come se fosse "tirato" dalla bottiglia stessa - ovviamente tenuta molto morbidamente.
Per il nostro arco dovrebbe essere lo stesso: la mano sulla bacchetta, seguita dalle altre articolazioni (polso, gomito, spalla), che seguono il movimento. Per bere non muoviamo il polso, ma il polso si muove se portiamo la bottiglia verso di noi. Per suonare non muoviamo il polso, né le dita: dita e polso si muovono perché sono appoggiate morbidamente sull'arco che, muovendosi, le porta con sé.
Fate questa prova: tenete saldamente l'arco (come quando suonate) e provate a grattarvi il naso con il vostro polso e l'orecchio destro con la punta
dell'arco. Dopo qualche dubbio su quello che ho scritto dovreste riuscirci senza problemi, comprendendo anche quello che sto scrivendo. Tirate ora delle arcate, continuando a tenere saldamente le
dita sull'arco e cercando di rilassare le altre articolazioni, spalla,
gomito e polso. Dovreste riuscire a percepire il movimento corretto del vostro braccio, che segue la direzione dell'arco dietro alla
mano, così come quando beviamo dalla bottiglia. Una volta realizzato che
è tutto il nostro braccio che si muove di riflesso, potremmo
ammorbidire la presa. A questo punto polso e dita si muoveranno (ossia le vedrete muovere), ma solo per seguire la presa sull'arco.
Il movimento è vita, ma quello sbagliato crea perdita di energia.