L'arte della memoria

Se proviamo a immaginare un mondo in cui nulla è scritto ma si tramanda oralmente, forse possiamo capire quanta importanza potesse avere, nell'antichità, la memoria. L'arte della memoria è strettamente legata alla cultura, all'arte oratoria, alla letteratura, ad aspetti magici.
Con l'avvento della scrittura, nonostante i progressi e l'evoluzione che questa ha portato, la memoria ha perso importanza e il ruolo fondamentale che aveva nella cultura antica.
Per quanto riguarda la musica il discorso non è diverso: anticamente si tramandavano le melodie solo ascoltando e ripetendo, così come, fino al 1800, i musicisti sapevano improvvisare e suonare senza leggere. Questa capacità, da parte dei musicisti classici, purtroppo si è quasi persa del tutto. Pensiamo alle cadenze dei concerti che un tempo erano improvvisate e ora sono scritte per esteso; per non parlare della dinamica e degli abbellimenti.
Proviamo a esercitare giornalmente la nostra memoria. Innanzitutto con le scale e con gli arpeggi, partendo dalla tonica o da una nota qualsiasi (per esempio do maggiore partendo dal sol vuoto). Cerchiamo di avere sempre presente gli intervalli che suoniamo sullo strumento, come un'immagine: se vedo una quinta giusta, per esempio, saprò immediatamente che è lo stesso dito su corde diverse. Deve diventare un fatto meccanico e visivo: la posizione del dito deve essere associata al suono, non dovrò fare ogni volta un calcolo algebrico per sapere dove si trova la nota che suono, soprattutto se ha strane alterazioni o è in posizioni diverse dalla prima.
Infine brevi e semplicissime melodie, cercando prima di trovarle a orecchio, poi di eseguirle con disinvoltura partendo da note o corde diverse; chi riesce anche in posizioni più acute.
Da un iniziale "Fra Martino", giorno dopo giorno, arriveremo a melodie sempre più complesse; e lo sforzo iniziale del trasporto (che ci farà avere la sensazione dei neuroni che scalano l'Everest) assumerà connotati più umani. E poi suonate comunque, senza leggere, improvvisate... divertitevi! La mancanza di lettura svilupperà maggiormente la concentrazione dell'orecchio.

ps: consiglio vivamente questo libro, illuminante non solo per quello che ho scritto