Lo studio di uno strumento musicale avviene spesso in modo convulso. Questo dipende da molti fattori, dalla vita frenetica che conduciamo, ma anche da quello di cui parlo spesso, ossia il fatto che i nostri progressi non sono visibili. Cosa significa questo? Che, per capire se un brano viene bene, dobbiamo eseguirlo di nuovo, a mo' di controllo. L'esecuzione "di controllo" però è ansiogena, come un grillo parlante che batte il piede, spazientito, e ci dice "vediamo un po' come viene oggi". Ripeto di nuovo questo concetto: separiamo sempre lo studio dall'esecuzione, dedicando una estrema precisione alla tecnica e una attenzione massima all'esecuzione, come se fosse un concerto. Quello che "in concerto" non viene si studia con calma.
Veniamo quindi all'idea di oggi, ossia ad un approccio allo studio diverso dal solito, più organizzato e più calmo. Prepariamo la nostra stanza (io in passato ho studiato anche in bagno perché la mattina presto era l'unica stanza che non confinava con i vicini) e decidiamo come organizzare lo studio. Quindi: sistemate lo strumento, il leggio con quello che dovete studiare, matita e gomma. Qualche minuto per riflettere su cosa vogliamo affrontare nel tempo che abbiamo a disposizione. Gli argomenti sono tanti, quindi meglio ancora se riusciamo a pianificare uno studio settimanale. Possiamo anche tenere un diario dello studio, con il piano degli esercizi/brani e qualche commento sui punti da migliorare o quelli che invece iniziano a funzionare. Pensiamo quindi all'obiettivo dell'esercizio, facciamo qualche movimento per scaldarci (rotazione delle spalle, pochi movimenti del collo e qualche allungamento delle dita - chiaramente se riuscite a farne di più è meglio) e dedichiamoci interamente al nostro strumento. Cerchiamo di mantenere la concentrazione su quello che stiamo facendo e, appena possibile, cerchiamo di osservarci dall'esterno. Cosa vuol dire questo? Immaginate di vedere in televisione un film di grande tensione; sicuramente, se siamo molto presi, il nostro corpo sarà rigidissimo, con gli occhi sbarrati e le mandibole serrate. Nel momento in cui ci rendiamo conto che non siamo noi i protagonisti (per fortuna), possiamo respirare e rilassarci sul divano, nonostante l'assassino sia alle porte. Con lo strumento, visto che per fortuna non siamo in pericolo di vita, possiamo osservare come si comporta il nostro corpo, e ricordarci di fare alcune semplici cose come respirare (sappiamo tutti che molte volte suinamo in apnea), abbassare le spalle, rilasciare la mandibola, cercare di avere una postura corretta.
Immaginate prima come volete suonare, focalizzate la vostra attenzione su una modalità piacevole; non vi buttate sullo strumento arrivati a casa di corsa, provando malamente un passaggio difficile e continuando a ripetere forsennatamente che tanto non verrà mai.