Per "Punto di contatto", tra violinisti, si intende il punto esatto in cui l'arco si appoggia sulle corde (quindi ponticello-tastiera). In questo post, invece, intendo riflettere sui punti di contatto delle nostre mani sullo strumento, sia per la destra sia per la sinistra.
Le nostre mani hanno tantissime ossa, muscoli e tendini, oltre all'indispensabile opposizione del pollice. Per ogni azione noi utilizziamo parti differenti delle dita, sulle quali vorrei soffermarmi. Una premessa: le mani rilassate hanno dita tonde e nocche piatte (ossia non sporgenti, così come sono quando forziamo la mano); la forza e la velocità si raggiungono solo con la morbidezza.
La mano destra tiene l'arco con la punta del pollice, come se fosse una matita, in opposizione a tre dita piatte, appoggiate, e al mignolo, tenuto sempre in punta. Il pollice quindi ha una funzione di opposizione, deve sostenere (si dice "controbilanciare") tutto il peso che arriva dal braccio: per questo motivo deve essere tondo, ossia morbido, e in punta. Provate a fare un cerchio con pollice tondo e medio: potete stringere quanto volete ma il cerchio non cede. La funzione del pollice, sotto all'arco, è la stessa. Il mignolo è tondo, e svolge la sua funzione di sostegno solo al tallone, dove sorregge il peso dell'arco; negli altri punti si riposa e rimane spesso anche leggermente sollevato. Le altre dita, anche se con funzioni diverse, servono per tenere l'arco, in maniera più o meno stabile (a seconda di quello che stiamo suonando): immaginate di camminare tenendo il vostro cellulare, oppure di bere da una borraccia, o ancora alle scimmie che si tengono ai rami: le dita sono utilizzate nella parte più piatta, al di sotto del polpastrello, in modo tale che le punte siano quasi libere. Oppure pensate di prendere una valigia pesante, o ancora un martello: non usereste mai le punte delle dita. Quindi, se vedete che tenete l'arco con le dita troppo curve, o arcuate, significa che è troppo rigida.
Veniamo alla mano sinistra. Il pollice, come sempre, è "all'opposizione", quindi controbilancia le quattro dita, sempre morbido, utilizzato stavolta nella parte aderente all'ultima falange (c'è chi lo appoggia in punta: sono impostazioni diverse). Le altre dita cadono sulle corde, ossia interrompono la vibrazione della corda quanto basta per farla risuonare bene. Quale è il punto di contatto delle nostre dita? Io credo che sia quello più sensibile, ossia non la punta estrema, che renderebbe le dita troppo arcuate, ma quello che utilizziamo per passare le nostre dita sul nostro viso, per sentire se una superficie è liscia. Provate a sfiorare le corde, come se doveste sentire le più piccole irregolarità della superficie: quello è il punto di contatto giusto.
Le noste mani sono tanti piccoli lavoratori che hanno capacità diverse che vanno messe in luce: noi siamo il direttore dei lavori e dobbiamo essere in grado di esaltare le doti di ognuno.