Non so se vi è mai capitato di leggere una parola, o una frase, e di non togliervela più dalla testa. Quando avevo circa 15 anni, l’età in cui si cerca di tornare a scuola, dopo le vacanze, più abbronzati che mai, mi capitò di vedere, in una farmacia, la pubblicità di una crema solare che diceva “Une fois bronzés restez bronzés - una volta abbronzati rimarrete abbronzati”.
Il senso era (almeno quello che ho recepito io) che, prendendo il sole con attenzione e la protezione corretta, si rimaneva abbronzati più a lungo. Ancora non era sopraggiunta l’attenzione alla salute della pelle che c’è ora. Si prendeva il sole con birra, olio e tutto ciò che non poteva essere più dannoso per la pelle!
Non so poi neanche per quale motivo ho associato questo motto allo studio musicale di un brano musicale: “una volta studiato è studiato per sempre”.
Cosa significa?
Non so se vi è capitato mai di riprendere un brano dopo tanti anni. In questi giorni di isolamento ho tirato fuori brani musicali di quando ero studentessa al conservatorio. Parlo sia del violino sia del pianoforte - brani che non eseguivo da quasi quarant’anni! Mi stupisco sempre di come si possa eseguire, dopo così tanto tempo, un brano musicale. Come si usa dire “è come andare in bicicletta”. Sì, è vero! E’ così! Una volta imparato non si dimentica.
Il problema, però, è che purtroppo rimangono anche gli stessi identici errori che si facevano quarant’anni prima: i passaggi sporchi, le diteggiature incerte, i tentennamenti… Quelli che venivano casualmente ed erano stati lasciati al caso.
Qual è, quindi, il senso di questo post? Bisogna studiare attentamente, senza tralasciare nulla, senza pensare che dopo si aggiusterà. Un passaggio viene bene quando l’esecuzione corretta si ripete più volte senza problemi. Il brano deve essere eseguito con consapevolezza di tutto quello di cui ci prendiamo cura: distribuzione dell’arco, peso e velocità; intonazione; vibrato; passaggi di posizione; passaggi veloci della mano sinistra; per poi passare all’articolazione e all’interpretazione musicale.
Quando dobbiamo affrontare un brano importante, per un esame o un concerto, o solo perché ci piace l’idea di studiarlo in modo approfondito, non tralasciamo nulla, curiamo i minimi dettagli. E, al primo errore, ripetiamo all’infinito la versione corretta, fino a quando il nostro corpo sarà in grado di eseguire solo quella. Solo quando il brano sarà costruito, mattone dopo mattone, senza errori, senza incertezze, sarà davvero studiato per sempre. E riprenderlo sarà come tornare in bicicletta dopo tanti anni…
Auguro a tutti di poter tornare presto a prendere il sole nella forma che più vi piace (mare, monti, collina, città….).
Grazie!
Susanna
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