Per questo motivo penso che, allo studio di un particolare aspetto tecnico, vada sempre affiancato il movimento che si deve compiere per farlo.
Ossia: se sto studiano la condotta dell'arco, per controllare che sia dritto e che mantenga sempre lo stesso punto di contatto sulle corde, è importante anche provare delle arcate sciolte e senza troppo controllo, concentrandomi esclusivamente sul movimento, anzi "facendo" il movimento e osservando cosa succede (per poi correggerlo).
Se studio la tecnica della mano sinistra, oltre a preoccuparmi di intonazione e velocità delle dita, potrò fare dei movimenti delle dita come quando si tamburella su un tavolo.
Lo stesso per altri movimenti che il nostro corpo compie suonando il violino, e che molto spesso sono bloccati: la rotazione della spalla sinistra quando si passa dal sol al mi (si può studiare a parte, portando il braccio verso sinistra e verso destra, facendolo dondolare); la rotazione della spalla destra, ad arco fermo (alla metà, alla punta e al tallone), passando da una corda all'altra senza suonare; il movimento del gomito utile per cambiare posizione, fingendo dei glissandi sulle corde, dalla prima alle posizioni più acute e così via...
Non dimentichiamoci che si muove anche il torace, per respirare, le scapole... insomma tutto il corpo!
Il movimento deve essere corretto e non costretto.