Credo che nella lista delle preoccupazioni del violinista dopo il quarto dito ci sia il cambio di arcata, in particolare quello al tallone.
Veniamo al dunque.
Intanto dobbiamo avere ben chiare le caratteristiche dei vari copi d'arco, ossia aver presente quando l'arco si deve fermare e quando invece deve compiere un movimento continuo, ininterrotto.
Nello staccato l'arco si deve fermare: impariamo a cercare il silenzio, il respiro che c'è tra una nota e l'altra. Se lo staccato è morbido la fermata non sarà brusca e il suono manterrà gli armonici che si sentono quando una nota non è schiacciata. Poniamo la nostra attenzione a cosa succede alla fine di ogni nota. E' come quando una macchina frena dolcemente: nessun passeggero sarà scaraventato sul parabrezza o sulla cintura di sicurezza!
Quindi: se dobbiamo eseguire un passaggio di note staccate assicuriamoci che tra loro ci sia uno spazio: Lo stesso spazio ci deve essere all'inizio del passaggio: se ho una nota lunga e la successiva staccata, la nota lunga dovrà essere staccata da quella successiva.
Passiamo ai colpi d'arco che devono essere eseguiti senza fermare l'arco, ossia il legato e il detaché. Lascio da parte i colpi d'arco non alla corda, il saltellato e il balzato.
Sia nel detaché sia nel legato l'arco non si deve fermare tra una arcata e l'altra. Immaginiamo di giocare con uno yoyo. L'arco è come un elastico: tocca il punto più lontano e subito torna indietro. Impariamo a concentrarci su questi due punti, alla punta e al tallone, e cerchiamo di eseguire il movimento morbidamente, pensando al rimbalzo: tocca terra e via verso l'alto.
Suoniamo cercando questa sensazione: iniziamo eseguendo delle corde vuote alla metà dell'arco, un punto semplice da gestire, a circa 70 di metronomo, e cerchiamo di non interrompere il suono. Suoniamo senza pensare ad altro: l'arco non si deve fermare! Le note ripetute devono sembrare un'unica nota legata. Possiamo anche "camminare" con l'arco, andando progressivamente verso la punta e poi verso il tallone. Quando il suono ci convince possiamo eseguire una scala.
E quando la scala ci piace passiamo ad arcate più lunghe, fino ad arrivare ad essere sicuri di tutto l'arco; ovviamente al tallone sarà più difficile. Per essere sicuri della presa dell'arco possiamo fare degli esercizi per la presa della mano destra, senza suonare, oppure eseguire delle note corte solo al tallone (ma tallone tallone, circa 10 centimetri); il suono all'inizio sarà terribile ma poi pian piano migliorerà.
Dopo le note corte e quelle più lunghe si può passare a quelle legate, eseguite con lo stesso obiettivo. Nelle note legate poniamo la nostra attenzione alla condotta dell'arco, che non deve risentire di quello che fa la mano sinistra. Ricordiamoci poi che, quando eseguiamo un passaggio legato, il punto più importante e difficile è quello che si trova tra una arcata e l'altra.
Ascoltiamo con la lente di ingrandimento cosa succede tra l'ultima nota della prima arcata e la prima di quella successiva. Quel punto, difficile da individuare, rende cantabile l'arcata. E' nella qualità del cambio d'arco che il violino assomiglia alla voce umana e che è considerato .... il principe degli strumenti!
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