Il ritmo ci accompagna sempre...
E' ritmo il respiro, il battito cardiaco, così come i nostri passi. Hanno un ritmo le nostre azioni quotidiane, il susseguirsi di giorno e notte, settimane, mesi, stagioni e anni...
Quando ascoltiamo un qualsiasi brano musicale ci viene spontaneo battere il piede, o comunque muoverci dietro al ritmo.
Per questo motivo, secondo me, il ritmo viene prima di tutto.
Non possiamo studiare un'arcata, anche una semplice corda vuota, senza pensare prima a quanto durerà (lunga, corta...). E, anche quando sarà lenta, avrà comunque una durata stabilita.
Sul violino non è sempre facile marcare bene e con precisione la pulsazione ritmica. Se pensiamo alla chitarra, per esempio, abbiamo chiara l'immagine del dito che è a diretto contatto con la corda.
Sul violino invece la mano destra tiene un lungo arco che, parecchi centimetri più in là (e non sempre nello stesso punto), andrà a sfregare le corde. Il punto di contatto tra arco e corda, il punto esatto il cui si produce il suono, è lontano dalla mano che lo produce!
Ovviamente, e per fortuna, il violino è avvantaggiato nelle frasi legate!
Credo quindi che siano molto utili degli esercizi ritmici indirizzati allo sviluppo della pulsazione ritmica pensata esattamente nel punto di contatto tra arco e corda. L'inizio della nota, ossia il momento il cui l'arco si muove, deve coincidere con la pulsazione ritmica.
Sembra strano ma spesso, pur andando a tempo, si anticipa costantemente l'inizio della nota. Questo crea non solo un ritmo poco marcato, ma anche un senso di costante accelerazione e poca pulizia - perché l'arco arriva quando la mano sinistra, ancora non è pronta.
Mi capita spessissimo di sentire allievi, anche bravi, che riescono ad andare perfettamente a tempo con il metronomo, ma di essere sempre in anticipo sulla pulsazione.
Lavoriamo costantemente a questo esercizio, con il metronomo, eseguendo brani semplici o scale con note ripetute - il detaché è il colpo d'arco ideale. I colpi d'arco e la coordinazione destra-sinistra miglioreranno notevolmente.
Pensiamo al violino come a una batteria o a un basso elettrico: l'importante è concentrarsi sul ritmo e non avere fretta!
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