Al contrario di altre forme d'arte quali la pittura o la scrittura il lavoro fatto sullo strumento non è mai sicuro, tangibile. Ci alziamo la mattina con il dubbio che lo studio fatto il giorno precedente sia ancora lì. "Verrà o no quel passaggio difficile e complicato?". Così ci buttiamo, a freddo, sullo strumento, solo per controllare di saperlo eseguire, magari senza scaldarci, con il corpo contratto e la mente poco concentrata. La sicurezza, nel percorso di chi suona, non è mai così facile; forse per questo le esibizioni in pubblico creano sempre tanta ansia.
Cerchiamo però di essere più fiduciosi nel nostro lavoro giornaliero e cerchiamo soprattutto di non buttarci sullo strumento come su un piatto di pasta dopo ore e ore di digiuno (anche in quel caso si dovrebbe mangiare con calma... cosa che non avviene facilmente).
Controlliamo la postura e ricordiamoci di pensare al nostro corpo, così come al respiro. Iniziamo dalla posizione dei piedi, che dovrebbero essere la base del nostro corpo, quindi posizionati alla stessa distanza che intercorre tra le nostre spalle. Cerchiamo una stabilità in questa posizione, oscillando in avanti e all'indietro, cercando un equilibrio, una posizione comoda. Passiamo poi al busto, ossia alla schiena, una parte importantissima del nostro corpo! Mentre le gambe sono sorrette dalle ossa, oltre che dai muscoli, il nostro busto si appoggia purtroppo sulla colonna vertebrale, che supporta e sopporta tutto il carico della nostra parte superiore e della pesantissima testa. La colonna vertebrale deve assolutamente essere sostenuta dal nostro apparato muscolare, altrimenti si accorcia e inizia a dare notevoli problemi, tra bassa schiena e vertebre cervicali. Facciamo quindi attenzione sia alla postura sia al sostegno, ossia non ci sediamo su noi stessi, accartocciando l'addome; cerchiamo invece di ottenere una base ferma e solida. Arriviamo poi alle spalle che, a loro volta, sostengono la testa. Proviamo a rilassare e abbassare le spalle, pensando ai muscoli delle scapole, evitando di chiuderle per tenere lo strumento. Allarghiamo bene il torace e ricordiamoci, sempre di respirare. Il violino, lo ripeto, va tenuto a sinistra, e non sotto al mento. L'arco a destra, pensando alle braccia e alle spalle, sempre ben larghe. La nostra cassa toracica deve diventare una sorta di grata, all'interno della quale passa l'aria. Apriamo le costole, altrimenti ci dimenticheremo di respirare. Infine la testa. Non serriamo il violino come se ce lo dovessero strappare con forza. Basta molto molto poco per tenerlo, e soprattutto non è sempre necessario tenerlo con forza.
Per questi passaggi basta molto poco. Se "perdiamo" qualche minuto pensandoci, prima di iniziare a suonare, eviteremo molte tensioni che non aiutano lo studio successivo, già carico di difficoltà.
Questo che vedete è un disegno che ritrae Paganini. Ovviamente è stortissimo! Un po' perché è una caricatura (ce ne sono numerose che lo ritraggono così), un po' perché lui, come molti violinisti, non aveva una postura "corretta". Non era corretta ma era naturale, e in equilibrio probabilmente, ossia giusta per il suo corpo. Si tratta di eccezioni. Notevoli eccezioni!
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