Il giudizio è tra i concetti più negativi che caratterizzano la nostra esistenza.
Quasi tutti ci sentiamo continuamente giudicati dagli altri: genitori, parenti, amici (forse meno, si spera), colleghi di lavoro, ma anche sconosciuti che incontriamo per strada.
Chi più chi meno spreca il suo tempo pensando.... a cosa pensano gli altri! E' ovviamente assurdo, se ci pensiamo bene. Possiamo essere certi del pensiero altrui solo quando questo ci viene comunicato.
Eppure lo facciamo, ci cadiamo sempre, ci sentiamo in colpa e interpretiamo i gesti degli altri. Un viso annoiato ci può sembrare arrabbiato nei nostri confronti. Una persona assorta nei suoi pensieri ci sembra altro ancora. Non possiamo assolutamente conoscere le ragioni degli altri, di conseguenza ci danneggia solamente immaginare quello che pensano.
Con la musica la paura del giudizio diventa esponenziale. Le ragioni sono ovvie: ci troviamo di fronte a qualcuno che ci ascolta, quindi ci giudica. Credo sia uno dei problemi più grandi di chi suona, dai professionisti agli amatori. Chi ascolta diventa un giudice crudele e implacabile, e noi degli assoluti inetti.
Cosa fare?
Innanzitutto passare dall'altra parte; immaginare di ascoltare chiunque, bravo o meno bravo, e convincerci che ascoltiamo e non giudichiamo. Impariamo ad ascoltare e a godere la musica degli altri. Punto. Ed escludiamo il nostro giudizio. Io mi godo le esecuzioni di chiunque, dai più piccoli ai grandi musicisti. Ognuno dà sempre qualcosa. E, sembrerà strano, l'insegnante non giudica ma indica una strada.
Poi non giudichiamo noi stessi. Se stiamo studiando la nostra energia sarà indirizzata verso quello che va sistemato, se stiamo suonando godiamoci la musica e i risultati dello studio.
Cerchiamo quindi di mettere a tacere l'orrida e fastidiosissima voce interiore che ci dice cose tremende: non siamo all'altezza, gli altri sono migliori di noi, chi ci ascolta chissà cosa pensa e così via.
La morte della voce interiore avviene lentamente - purtroppo.
Dobbiamo imparare a ignorarla giorno dopo giorno. Dobbiamo far finta di niente quando arriva e cercare di pensare ad altro. Nel momento in cui la sentiamo arrivare concentriamoci sul suono, sul respiro, sulla musica... su tutto ciò che non sia giudizio verso noi stessi.
Piano piano sparirà... e forse sparirà anche nella nostra vita, perché senza la spada di Damocle del giudizio nostro e altrui si vive meglio.
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