Prima o poi passa


La paura di suonare.
Per quanto noi possiamo essere preparati, aver studiato ogni minimo dettaglio e passaggio difficile, aver affrontato con calma e magari qualche esercizio di rilassamento .... suonare in pubblico ci fa paura. Non c'è niente da fare, quasi per tutti è così.
Cosa si fa allora? Si affronta la paura, la si lascia passare e si aspetta che finisca, perché poi finisce (di solito dopo un po', se non ci si fa prendere appunto dal panico).
Ho sentito storie assurde su grandissimi musicisti che dovevano essere quasi buttati sul palcoscenico. Quindi ho capito che la paura del pubblico, che io preferisco definire come una fortissima emozione, la provano tutti.
La differenza la fanno prima di tutto la preparazione e poi come affrontarla.

La preparazione significa uno studio attento (in particolare le note lunghe), su uno stile di vita tranquillo, aver fatto  stretching prima e dopo lo studio, capire musicalmente il brano e provare a interpretarlo, a suonarlo. Insomma, tutto quello che possiamo fare per essere tecnicamente, fisicamente e musicalmente preparati.

La paura si affronta come se appartenesse ad un'altra persona. Ci sono moltissimi articoli, libri e video sull'argomento, su come essere presenti e "osservare" le nostre emozioni, ossia non identificarci in esse. Sappiamo che la paura arriva ma allo stesso tempo se ne va. Di sicuro questo ci dovrebbe far stare più tranquilli ed evitare attacchi di panico.
Rimaniamo calmi, accettiamo quello che ci accade prima del concerto e durante i primi minuti. Non ci opponiamo. E soprattutto cerchiamo di evitare di pensare solo ed esclusivamente a quello, all'arco che trema e che non si appoggia più. Ad un certo punto svanisce...
E' come un temporale, un dolore fisico o emotivo, come quando siamo arrabbiati o delusi.... o ancora quando perdiamo una persona cara; tutto finisce. La forza è nell'affrontare le paure, nel superarle, non nell'evitarle.

Prima o poi si impara a conviverci, a sorridere di questo. E anche a esserne felici, perché io credo che chi suona provando forti emozioni, per quanto possa avere lo stomaco chiuso e il cuore che batte, di sicuro sarà una persona più sensibile anche alla musica.




Al buio

Quasi sempre le imposizioni ottengono l'effetto contrario. Quindi, se ci ripetiamo costantemente di rimanere concentrati sul nostro suono, alla fine siamo così stressati da questa costrizione da pensare a tutt'altro.
Troviamo delle soluzioni che, per forza di cose, ci portano allo stesso risultato.
Ad esempio: sistemiamo la stanza dove studiamo, prepariamo violino, arco e tutto quello che ci serve e spegniamo la luce. Buio.
Suoniamo al buio, proviamo delle corde vuote, una scala, lasciamoci andare al suono....
Privati della musica e di qualsiasi stimolo visivo di sicuro riusciremo a concentrarci di più sul suono, sulla qualità del suono, sull'attacco, sui nostri movimenti....
Non solo, forse riusciremo a improvvisare anche qualche melodia!